TORNO PER LA 12° VOLTA DA TONY ROBBINS, COACH N° 1 AL MONDO
Il prossimo 7 aprile andrò a Londra per Sprigiona il Potere che è in te, il corso di potenziamento personale più imitato al mondo, con Anthony Robbins. Per quei pochi che non lo conoscono ancora, Robbins è il coach più seguito nel campo della psicologia del cambiamento.
Che vuol dire in parole povere ‘psicologia del cambiamento’? Se – come succede alla maggior parte di noi – quando ti poni un obiettivo, resta spesso (e malvolentieri) bloccato a metà per mille motivi e scuse, Tony ti aiuta a tirar fuori le risorse (emotive, fisiche e mentali) che già possiedi ma che non utilizzi al 100% per raggiungere ciò che vuoi. Tirandole fuori, acceleri la tua capacità di creare cambiamenti nella tua vita (eliminare abitudini che non ti piacciono, errori che ripeti sempre, avviare progetti che tendi sempre a rimandare).
Sarà la 12° volta che andrò ad allenarmi con Robbins e, nonostante ci sia andato tante volte, riesco sempre a portarmi a casa qualcosa di utile per i progetti che ho in quel momento. La mia prima volta con Tony è stata nel 1997 a Bruxelles: ho 12 anni (11 anni e mezzo per l’esattezza!) quando mio fratello “Nello” decide di portarmi con lui. Entro nella sala del corso e – sorrido ancora oggi se ci penso – vedo 2.500 persone che saltano e ballano.
“ Chi sono questi pazzi ?” – mi chiedo.
Se penso che oggi quei 2.500 sono aumentati di ben 3 volte! Chi partecipa per la prima volta resta un po’ spiazzato, frastornato. Poi – vivendo l’esperienza in prima persona – capisce che ogni piccolo particolare di quel corso ha un senso, e fa parte di un metodo formativo preciso: quello elaborato da Robbins e che in oltre 38 anni si è dimostrato vincente con 3 milioni di imprenditori e professionisti in tutto il mondo, oltre che con VIP della Politica, del Business, dello Sport, dello Star System internazionali (Anthony Hopkins, Serena Williams, Bill Clinton sono alcuni nomi).
Saltare e ballare, ad esempio, non è solo ‘far festa’, ma è una delle ‘3 E’ del Metodo Robbins (entertainment, education, empowerment). Con il divertimento e l’impiego interattivo di musica e immagini (entertainment) sei pienamente coinvolto in prima persona, la tua mente si apre all’apprendimento ed è più ricettiva a memorizzare le informazioni.
E’ uno degli aspetti più innovativi dell’approccio di Robbins, e non è un caso se fin da subito riesci a mettere in pratica quello che ti insegna e se – nonostante le 12/14 ore di corso al giorno – mantieni alta l’attenzione (e, te lo dico per esperienza personale, non senti fame né bisogno di andare in bagno!).
Un altro aspetto sorprendente della mia prima esperienza con Robbins è stata la camminata sui carboni ardenti: l’ho fatta la prima sera ed è stata davvero incredibile. Ti spaventa all’inizio ma dopo che l’hai vissuta la tua adrenalina è a mille, e ti resta dentro il ricordo di aver fatto qualcosa che fino a due secondi prima pensavi fosse impossibile!
Con onestà devo dire anche che la prima volta che ho partecipato non sono riuscito a seguire o a capire bene bene tutti i momenti del corso … d’altro canto, avevo solo 12 anni! Detto ciò, negli anni successivi, ho vissuto il corso in tutte le sue sfaccettature. Lo scorso anno ad esempio è stato un periodo di decisioni particolarmente importanti, e ho vissuto il corso al 100 %. Molto probabilmente se oggi sto scrivendo qualcosa su questo blog a proposito di Tony, è anche perché ho l’esperienza ancora forte dentro di me. Nel 2010 e nel 2011, invece, ho vissuto il corso come parte del Team Organizzatore (l’evento si è svolto in Italia – in via eccezionale, perché la sede storica è Londra – ed è stato gestito al 100% da Hi-Performance). E’ stato un lavoro costante che mi ha impegnato per 12 mesi: realizzare un evento di portata così imponente richiede uno sforzo fisico e mentale davvero molto elevato ma posso assicurarvi che la gioia e la soddisfazione che provi alla fine è 1000 volte superiore agli sforzi ed i sacrifici fatti!
In poche righe mi risulta davvero difficile descriverti l’importanza che per me ha avuto il corso con Robbins, in termini di insegnamenti e benefici tratti per la mia vita. Tuttavia, visto che la mia filosofia di vita (che puoi scoprire meglio leggendo gratis il mio e-book qui) poggia sul parlare di fatti e non di teoria, voglio condividere con te un preciso episodio della mia vita che mi ha fatto capire ‘in modo forte’ che di fronte alle difficoltà della vita bisogna sempre avere un atteggiamento mentale costruttivo, perché altrimenti siamo noi i primi a buttarci la zappa sui piedi.
A 19 anni ho perso mio padre dopo una lunga malattia che ha visto soffrire tutta la mia famiglia. Non voglio piangermi addosso né strapparti lacrime di compassione: voglio semplicemente spiegarti come ho affrontato questo periodo forte della mia vita, sperando di lasciarti qualcosa e di ispirarti per la tua, di vita. Nonostante un rapporto conflittuale con lui, dovuto anche alla mia adolescenza un po’ esuberante (come succede a molti ragazzi che la pensano diversamente dai propri genitori), mio padre Carlo era un riferimento per me, nei valori e nei principi… quindi perderlo ha creato non solo un vuoto fisico, di lui come persona, ma soprattutto di lui come riferimento.
A volte è quando arrivi a toccare il fondo che trovi la forza di rialzarti, e infatti a un certo punto è scattata in me forte la convinzione che non potevo e non volevo più farmi trascinare giù da quel dolore, né adagiarmi tra le braccia di mia mamma e dei miei fratelli più grandi. Sarebbe stato più facile fare così, ma
adagiarmi avrebbe significato non essere coerente con quello che mi ha sempre insegnato mio padre: affrontare le sfide a testa alta.
In quel momento avevo appena iniziato l’università (ringrazio pubblicamente mio fratello Nello per avermi consigliato di scegliere la Luiss) e decido di rimboccarmi le maniche: avrei continuato l’università mantenendomi da solo senza chiedere nulla a nessuno (il senso dell’istruzione trasmessomi da mio padre è stato davvero molto forte e se mi sono laureato è stato soprattutto grazie a lui e alla promessa che gli ho fatto prima che mi salutasse).
Inizio ad organizzare eventi facendo il semplice P.R. nei locali in voga in quel momento, fino a prendere – nel giro di un anno – un locale in gestione (il Cheers Cafè): con enormi difficoltà e con altrettante gioie, studiando e lavorando allo stesso tempo, riesco a laurearmi in totale autonomia. Riesco anche a togliermi tante soddisfazioni: tra le più belle c’è indubbiamente la prima cena offerta alla donna più importante della mia vita, la mamma, e il brindisi fatto subito dopo la discussione di laurea, in cui il mio primo pensiero è andato a mio padre: la persona che mi ha permesso di diventare l’uomo che sono oggi.
Scrivendo questo articolo ho un desiderio: ispirarti per trovare il giusto ‘spiraglio’ con cui uscire dalle difficoltà, e affrontarle nel modo più costruttivo possibile. Anche se il tunnel è buio l’uscita c’è sempre. Forse è più facile fermarsi, ma per quanto possa essere faticoso ‘continuare a camminare’, una volta che arrivi fino in fondo ogni sforzo fatto non ti sembrerà più tale: lo vedrai solo come un piacevole percorso per il raggiungimento della felicità.
Ah, se ho sviluppato questo modo ‘costruttivo’ di vivere la vita e le difficoltà è anche merito degli insegnamenti che mi ha dato Tony Robbins: non a caso il 7 aprile tornerò da lui per la 12° volta! L’ho conosciuto solo 2 volte di persona eppure è diventato uno dei miei migliori amici.
Come direbbe Tony: SAY YES!!!